Consulenze

Il Tiro con canna rigata limiti e divieti

La legge stabilisce che in certe luoghi di rispetto il cacciatore non può portare
armi pronte all’uso o non può cacciare (art. 21 c. 1).
In tutte le zone dove non si può cacciare e nei giorni o tempi in cui è vietato
cacciare, il fucile deve essere trasportato scarico e in custodia; nelle zone dove
non si può sparare, si può comunque cacciare (cioè ricercare e scovare la selvaggina).
In questi casi è vietato sparare:
- È vietato sparare a distanza inferiore a centocinquanta metri con uso di fucile
da caccia con canna ad anima liscia, o da distanza corrispondente a meno
di una volta e mezza la gittata massima in caso di uso di altre armi, in direzione
di:
- Immobili adibiti ad abitazione o posto di lavoro sono tutti quelli non manifestamente
disabitati o abbandonati ed in cui possono trovarsi persone.
- Vie di comunicazione ferroviaria sono tutte i percorsi su binario di treni o
tramvie.
- Strade carrozzabili sono tutte quelle in cui possono transitare veicoli a
quattro ruote o carri. Circa la nozione di →strade poderali si veda l’apposita
voce.
- Funivie e filovie. Non è chiaro se sia anche vietato sparare in direzione dei
cavi, per evitarne il danneggiamento, o se è vietato solo sparare verso le cabine;
la prima tesi sembra la più sensata.
- Recinti e costruzioni destinate al ricovero ed all'alimentazione del bestiame
nel periodo di utilizzazione agro-silvo-pastorale.
Si tratta di disposizioni che concernono solo le armi da caccia e non le armi
di diverso genere, quali le armi sportive o le armi corte. È però buona regola
attenersi comunque alle disposizioni sopra indicate, che corrispondono a regole
generali di prudenza.
La norma sulle distanze deve essere interpretata con una certa ragionevolezza
poiché altrimenti sarebbe tale da precludere l'attività venatoria con armi a
canna rigata in quasi tutto il territorio italiano. Se invero, in linea generale, il
tiratore deve osservare l'imperativo categorico di sapere sempre dove i suoi
colpi vanno a finire, così che in certi casi si potrebbe essere ben più severi del
legislatore (si pensi al pericolo costituito dal tiro a palla a volatili su alberi, con
angoli di tiro che possono far cadere il proiettile ad alcuni chilometri di distanza),
però in concreto e di norma vi sono situazioni in cui è l'ambiente naturale
stesso ad assicurare la massima sicurezza; se ad esempio dal lato opposto di
una valletta vi è un'abitazione e il cacciatore spara decisamente verso il fondo
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valle, non si potrà certo dire che egli abbia sparato in direzione della casa, anche
se egli con il corpo e con l'arma era rivolto verso la direzione geografica
della casa (ma un fucile non è una bussola e oltre alla direzione nord-sud ha
anche spostamenti verso l'alto o il basso!); se una strada corre dietro una collina
e si spara in direzione della collina, stando dal lato opposto a quello su cui si
trova la strada, non si potrà certo temere per la sicurezza di chi percorre la strada.
In questi casi la norma deve essere necessariamente intesa nel senso che “in
direzione” equivale a “mirare in direzione”, “puntare l’arma contro” e quindi
vuol dire che quando si spara verso una casa, nell’ambito della gittata massima,
si deve mirare, come minimo, ad almeno 150 metri al di sotto, al di sopra, a destra
o a sinistra da essa.
Il ragionamento va esteso però anche a chi caccia con fucile a canna rigata
in terreno pianeggiante. Con i fucili a palla non si spara agli uccelli e quindi si
mira sempre ad un bersaglio a terra; anche se il tiratore sparasse ad altezza
d’uomo, la palla dopo circa 400 metri tocca terra. Il che vuol dire che la zona di
pericolo è sempre nel’ambito di visibilità del tiratore il quale non deve sparare
se si vede davanti una casa, sia pure a mezzo chilometro di distanza.
L’unica vera situazione di pericolo si ha, sia in zone pianeggianti, ma un
po’ mosse, che collinari, quando il cacciatore è in basso e vede il selvatico più
in alto di lui. Se spara e manca il bersaglio la palla, partita con un angolo di tiro
anche di soli 20°, si perde chissà dove. In questi casi il cacciatore dovrebbe
avere una conoscenza tale dei luoghi da sapere se in quella direzione vi possono
o meno essere abitazioni. Si consideri per contro che una casa posta subito
dietro l’altura, si trova nella posizione più sicura!
Ricordiamo che un pallino di fucile arriva come massimo a tante centinaia
di metri, quanti sono i millimetri di diametro (2,5 mm = 250 m), meno il 20%
(= 200 m), ma che a metà percorso non ha già più energia sufficiente per ledere;
anche un pallettone da 5 mm di diametro, dopo 150 metri di volo ha perso
tanta velocità da non essere più pericoloso. Una palla sferica singola per fucile
a canna liscia (palla asciutta, slug) arriva ad un chilometro e può ancora essere
pericolosa a metà percorso; un proiettile di fucile a canna rigata è pericoloso a
qualche chilometro di distanza. Va detto però che infortuni da “palla vagante”
a lunga distanza sono una vera rarità.
Si ripete comunque che chi spara deve sempre sapere dove impatterà il
proiettile e che non si deve sparare se non si ha la certezza che in quel punto
non vi sono esseri umani. Si veda →Regole di prudenza.
In queste altre zone è vietato cacciare e quindi è vietato portare armi
che non siano scariche e in custodia:
- nelle zone comprese nel raggio di cento metri da immobili, fabbricati e
stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro e a distanza inferiore a cinquanta
metri da vie di comunicazione ferroviaria e da strade carrozzabili, eccettuate
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le strade poderali ed interpoderali;
- nel raggio di mille metri da tutti i valichi montani interessati dalle rotte di
migrazione dell'avifauna;
- nel raggio di cento metri da macchine operatrici agricole in funzione.

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Edoardo Mori
Con la collaborazione dell'avv. Andrea Antolini

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